Il 6 maggio, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a un decreto legge che comprende diverse misure per sostenere il settore agricolo. Tra le disposizioni del provvedimento, vi è il divieto di installare nuovi impianti fotovoltaici con moduli a terra e di estendere quelli esistenti nelle zone classificate come agricole nei piani urbanistici.
il decreto salva l’agrivoltaico, destinando finanziamenti per un miliardo di euro.
Sono esclusi dal divieto, oltre ai progetti di agrivoltaico, gli impianti fotovoltaici già finanziati con i fondi del Pnrr, quelli da realizzare nelle cave, miniere, aree in concessione a Ferrovie dello Stato e ai concessionari aeroportuali, aree di rispetto della fascia autostradale, aree interne ad impianti industriali.
Per gli impianti a terra in aree ad uso agricolo sono consentiti gli interventi di rifacimento, potenziamento o ricostruzione, a patto che non comportino un incremento dell’area occupata. Questo significa che viene ammesso il revamping degli impianti.
Inizialmente, il Ministero dell’Agricoltura aveva proposto un divieto generale del fotovoltaico sui terreni agricoli, ma il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha sostenuto l’agrivoltaico, in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale per l’Energia e il Clima, poiché consente di coltivare i terreni e produrre energia rinnovabile.
La trattativa ha portato alla formulazione dell’articolo 5 del decreto legge, che è stato approvato dal Consiglio dei Ministri.
Sull’agrivoltaico il Mase con il Dm 436/2023 ha stanziato oltre 1 miliardo di euro a favore degli impianti di natura sperimentale, per una potenza complessiva di almeno a 1,04 GW. Per accedere all’incentivo, nella misura del 40% dei costi ammissibili, sia come contributo in conto capitale che come tariffa incentivante, bisogna inviare apposita domanda seguendo le regole operative attese ormai da più due mesi.