Rinnovabili: il Governo ha impugnato la legge della Sardegna sulle aree idonee

Rinnovabili: il Governo ha impugnato la legge della Sardegna sulle aree idonee

Il 28 gennaio 2025, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, il Governo ha deliberato di impugnare la legge della Sardegna sulle aree idonee (Legge regionale 20/2024), l’unica finora varata.

Diverse le motivazioni alla base della decisione. Secondo il Governo il provvedimento:

si applica anche agli impianti a fonti rinnovabili con procedimento autorizzativo già concluso, configurandosi come una sopravvenienza normativa sfavorevole. Una retroattività che risulta in netto in contrasto con i principi di uguaglianza (art. 3 Cost.), certezza del diritto, legittimo affidamento e libertà di iniziativa economica (art. 41 Cost.);
potrebbe incidere restrittivamente sul “minimum” di aree idonee per impianti rinnovabili, così come identificate dal D.lgs. 199/2021, art. 20, comma 8, rendendo “non idonee” aree che lo Stato considera invece adatte;
prevede una procedura troppo complessa e restrittiva per consentire, in determinate circostanze, la realizzazione di impianti in aree che la stessa legge ha precedentemente dichiarato “non idonee”.

Pertanto, il testo approvato potrebbe presentare profili di incostituzionalità in quanto ostacola eccessivamente la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili, in contrasto con i principi di massima diffusione di tali fonti e con la normativa europea in materia.

Il Consiglio dei ministri ha colto l’occasione del ricorso contro la legge per le Aree Idonee varata dalla Sardegna per dare una linea d’indirizzo sulle modalità di recepimento del decreto nelle leggi regionali che dovranno essere varate da tutte le regioni italiane entro il primo semestre del 2025, in attesa della pronuncia del Consiglio di Stato che, con l’ordinanza n. 4298 del 14 novembre 2024, ha sospeso la parte del decreto (art. 7, comma 2, lettera c) che lascia margini discrezionali nella definizione delle aree “immediatamente” idonee, come ad esempio ex cave, siti industriali non più utilizzati, terreni accanto a tratte ferroviarie o autostradali.

Vuoi saperne di più? Leggi l’approfondimento sulle decreto aree idonee

 

 

 

 

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