Consiglio di Stato: il costo della manodopera va giustificato con dati concreti e verificabili

Consiglio di Stato: il costo della manodopera va giustificato con dati concreti e verificabili

La distinzione tra costi indiretti ed indiretti e tra dipendenti impiegati stabilmente e quelli che operano occasionalmente o su più contratti

L’analisi dei costi della manodopera ai fini della verifica dell’anomalia dell’offerta riguarda esclusivamente il personale impiegato direttamente nella commessa o disponibile per eventuali sostituzioni. Non sono invece considerati i costi del personale di supporto.

Con la sentenza del 12 febbraio 2025, n. 1166, il Consiglio di Stato ha ribadito un consolidato orientamento giurisprudenziale accogliendo il ricorso in appello di un’impresa aggiudicataria di un appalto di servizi.

In primo grado, il TAR aveva annullato l’aggiudicazione, ritenendo inadeguata la valutazione dei costi della manodopera da parte della stazione appaltante. L’impresa vincitrice aveva giustificato il ribasso con incentivi fiscali e la riduzione del tasso medio per la prevenzione, ma, secondo la ricorrente, non aveva previsto un fondo per eventuali sostituzioni. Dopo una verifica dell’INL, il TAR aveva annullato l’aggiudicazione.

Gli operatori economici devono indicare i costi della manodopera e gli oneri aziendali relativi alla sicurezza sul lavoro. Le stazioni appaltanti, prima dell’aggiudicazione, sono tenute a verificare la congruità di tali costi. Il Consiglio di Stato ha chiarito che nella valutazione dell’anomalia dell’offerta non si deve considerare il “monte-ore teorico” (comprensivo di ferie e festività), ma il “costo reale”, basato sulle ore effettivamente lavorate. Inoltre, gli operatori economici possono ottimizzare i costi grazie alle economie di scala, riducendo il costo del lavoro senza modificare le ore di servizio.

La giurisprudenza distingue, a tal proposito, tra:

costi indiretti: relativi al personale di supporto all’esecuzione dell’appalto;
costi diretti: comprendenti i dipendenti effettivamente impiegati nella commessa.

L’obbligo di indicare i costi della manodopera e la verifica della loro congruità mirano a garantire la giusta retribuzione dei lavoratori e a prevenire strategie speculative che potrebbero alterare la concorrenza. Tuttavia, tale tutela riguarda solo i dipendenti impiegati stabilmente nella commessa e non quelli che operano occasionalmente o su più contratti.

Rigettando l’interpretazione della società resistente, che considerava come riferimento il costo complessivo della manodopera su un periodo determinato, il Consiglio di Stato ha confermato la legittimità dell’aggiudicazione. L’impresa appellante ha infatti:

giustificato il costo del lavoro basandosi sul numero effettivo di ore lavorate, come già stimato dalla stazione appaltante;
dimostrato la possibilità di impiegare personale a tempo indeterminato già in organico per eventuali sostituzioni, in linea con le verifiche condotte dall’INL.

Questa pronuncia rafforza il principio secondo cui la sostenibilità dei costi della manodopera deve essere valutata su elementi concreti e verificabili, garantendo equità e trasparenza nei processi di gara.

Leggi l’approfondimento: I costi della manodopera nel nuovo codice appalti

 

 

 

 

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